La Corte di Appello
di Roma è proprietaria di una collezione di opere artistiche dello
scultore e incisore Umberto
Mastroianni che tra il 1991 ed il 1992 ne ha curato parte dell'arredo
: "Ho voluto creare uno scrigno, un incontro di sensazioni scultoree,
pur aderendo all'ambiente severo della Corte. L'arazzo, i piombi, i bronzi,
sono tutt'uno con la mia idea primaria nel decantare l'armonia del luogo
civile, senza appunto togliere significato alla creazione artistica."
Sua è la decorazione della Sala Conferenze; si tratta di un lavoro
magistrale, di una potenza poetica rara. Un prodigio di equilibrio compositivo
in funzione architettonico teatrale, ottenuto con l'intersecazione dei
quattro piombi colorati collocati nella parete principale (Temi, Eunomia,
Dike e Irene) ai lati del grande arazzo (Eurinome) i quali non generano
volumi bensì rapporti di spazi. Una perfetta identità pittura-architettura
e scultura-ambiente secondo lo spirito mastroianneo, cioè una opera
nella quale domina chiara la sua "volontà di coinvolgere
lo spettatore, di implicarlo nell'avventura del proprio divenire".
La Sua scultura nasce come diffrazione di precisi bisogni della società,
dunque è immanente ad eventi che nella società si siano
prodotti ed in qualche modo li sintetizza e li riassume. E' il partire
dal profondo, dall'interno che crea i valori tecnologici impliciti nell'immagine
materiata di metallo. Questa doppia condizione, del concettualizzarsi
dell'idea nell'informe materico e del suo realizzarsi al di fuori, crea
la nitida superficie delle sculture in bronzo: A getto continuo (posta
all'ingresso dell'edificio sito in Via Varisco), Aggressione (posta nell'atrio
della Sala Conferenze), Il volo di Icaro n.1 e n.2 (collocate nell'anticamera
della Presidenza).
Lucrezio affermava che "il vuoto è altrettanto concreto che
i corpi solidi", e così il vago e il preciso, l'indeterminato
e il molteplice, l'ordine e il disordine, l'esattezza ed il caos sono
consunstanziali nell'ars combinatoria di Mastroianni.
(Fonte dati: Periodico "Terzo occhio" supplemento n. 4 - Dicembre
1992).
( Floriano De Santi).
(A cura di Alessandra Biancorosso)
Un particolare interesse artistico riveste l'edificio
ove ha sede anche il Centro Elettronico di Documentazione della Corte
di Appello di Roma che è ospitato nell'immobile denominato "Casa
Madre dei Mutilati ed Invalidi di Guerra", severo ed interessante
esempio dell'architettura del primo dopoguerra. |