Genitori, attenti: multa salata se non controllate i social dei vostri figli

Se la vita di oggi è strettamente legata all’uso dei social, i genitori sono obbligati a controllare le attività virtuali dei propri figli minorenni.

Vita reale e vita virtuale, ormai tendono a confondersi. I dispositivi digitali influenzano profondamente la nostra quotidianità, e spesso trascorriamo più tempo con lo sguardo puntato su un display che a guardarci attorno. Gli smartphone contengono la nostra vita, tanto che ormai sono parte della nostra essenza, e spesso è difficile scindere la realtà digitale da quella concreta, tangibile.

Ragazzino dipendente dai dispositivi elettronici
Ragazzino dipendente dai dispositivi elettronici – giustizia.lazio.it

Il digitale ha rivoluzionato il mondo, comportando molti vantaggi, ma anche enormi controindicazioni, come il drammatico fenomeno della dipendenza virtuale. In particolare, la dipendenza digitale da parte dei giovanissimi è causa di tragici eventi, per questo motivo, esiste una legge che obbliga i genitori a vigilare costantemente sulle attività digitali dei propri figli minorenni. Che cosa comporta questa legge e cosa si rischia?

Genitori obbligati a vigilare sulle attività digitali dei propri figli minorenni: multa fino a 15 mila euro

Il mondo virtuale è vasto e fitto di pericoli, per tutti quanti, figuriamoci per i più giovani. I pericoli sono ovunque, le truffe sempre dietro l’angolo, perciò occorre essere cauti nel trattare certi temi. Ma quanto ci si può spingere per non incappare nella violazione della privacy? Spesso, dietro al fenomeno delle truffe online e del cyberbullismo, una piaga moderna, si nascondono proprio utenti giovanissimi.

Ma i genitori, come possono controllare i propri figli e ciò che questi combinano in rete? La mancata sorveglianza dei propri figli rischia di scatenare conseguenze molto gravi, e la responsabilità, secondo la legge, ricade sempre sui genitori. Questi, infatti, sono chiamati a impartire una certa educazione ai propri ragazzi e a vigilare sulle loro azioni, nelle vita reale così come in quella virtuale.

Ragazzi giocano con PC e telefonini
Ragazzi giocano con PC e telefonini – giustizia.lazio.it

Esiste una legge, poco conosciuta, che obbliga i genitori di controllare i profili social dei figli minorenni, per evitare tragiche conseguenze, e di risarcire eventuali danni alle vittime truffate o sottoposte a bullismo. Recentemente, infatti, c’è stato un caso eclatante: quello di una ragazza adolescente che aveva creato decine di profili falsi sui vari social per tormentare una compagna di scuola. Accusata di cyberbullismo, i genitori della giovane sono stati condannati dal Tribunale di Brescia a una multa di 15 mila euro.

Risarcimento da 15 mila euro: genitori condannati nei confronti di una vittima di bullismo

Non era mai accaduto prima, ma la sentenza impugnata dal Tribunale di Brescia crea un precedente, sanzionando i genitori nei confronti di una minorenne vittima di cyberbullismo. La giovane vittima, affetta anche da un leggero ritardo cognitivo, è stata molestata per mesi da una compagna di classe, la quale aveva creato decine di profili fake utilizzando i vari social, solo per diffamarla e tormentarla.

Adolescenti con lo sguardo fisso sugli smartphone
Adolescenti con lo sguardo fisso sugli smartphone – giustizia.lazio.it

Profili finti, immagini manipolate, insulti, aggressioni verbali, diffamazioni, atti persecutori, tutti elementi che hanno portato alla denuncia dell’intera famiglia. A farne le spese sono stati i genitori, costretti a pagare la multa salata per negligenza nell’educazione della figlia. Il Tribunale ha sottolineato l’importanza nel vigilare sulle attività dei figli minori, proprio per impedire eventi del genere.

L’articolo 2047 del Codice Civile si occupa proprio di queste situazioni e il Tribunale di Brescia lo ha citato per impartire la multa. La creazione di profili fake e le persecuzioni virtuali sono elementi sufficienti per una denuncia: i genitori avrebbero lasciato la propria figlia minorenne accedere ai dispositivi social, dandole modo di svolgere attività di cyberbullismo.

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